Forex: pip e broker, le cose da sapere

trend lineInvestire nel forex significa avere a che fare con moltissimi aspetti tecnici che, per chi si trova all’inizio, possono essere davvero complessi. In particolare oggi vogliamo parlare di 2 concetti molto importanti: la scelta del broker e cosa sono i pip. Questi 2 argomenti sono strettamente correlati, nonchè di straordinaria importanza.

Come scegliere il broker forex

Per prima cosa cerchiamo di analizzare quello che riteniamo essere l’aspetto fondamentale per qualsiasi trader: la scelta della piattaforma. Per poter investire sul mercato delle valute hai bisogno di un intermediario, ossia di un broker che ti permetta di inserire gli ordini sul mercato.

Per permetterti ciò il broker ti metterà a disposizione una piattaforma di trading che ti consentirà di poter operare con la massima libertà e autonomia in qualsiasi momento della giornata.

Ma come si sceglie un buon forex broker italiano e affidabile? Per prima cosa il broker deve essere regolamentato dalla Consob o da un altro organo di vigilanza che sia riconosciuto al’interno della comunità europea. Un altro aspetto fondamentale che ti consigliamo di prendere in considerazione è quello relativo alla qualità della piattaforma di trading.

Per avere un riscontro in questo senso ti sarà sufficiente fare una ricerca sui principali motori di ricerca cercando il nome del forex broker, oppure puoi andare sui forum finanziari e chiedere informazioni ai trader esperti.

Cosa sono i pip nel Forex

Operando con il Forex sulle piattaforme online, il trader principiante avrà notato che le valute internazionali, oltre ad essere associate in coppie o “cross”, sono affiancate da un valore soggetto a continue micro-oscillazioni, la cui entità viene solitamente espressa in millesimi. L’unità di misura per esprimere la variazione nelle quotazioni di due valute è chiamata pip, acronimo dell’espressione inglese “percentage in point”, ossia “percentuale di punto”, anche se talvolta viene associato anche a “price interest point”.

In pratica, questo elemento rappresenta la più piccola variazione che un prezzo di un cross possa far registrare. Ad esempio, se nel cross valutario EUR/USD si verifica un cambiamento da 1,1150 a 1,1151, il rialzo di 0,0001 USD consisterà in una variazione di un pip. In effetti, alcuni broker utilizzano frazioni ancora più ridotte, le cosiddette “pipette”: si tratta di frazioni di pip che, riprendendo l’esempio della coppia EUR/USD precedente, esprimerebbero un valore pari a 0,00001 USD.

Un’altra particolarità è data dai cross che vedono lo yen, la valuta giapponese, nella posizione a destra della coppia, ossia nel ruolo di valuta secondaria o quotata: in questo caso la più piccola variazione nella quotazione del cross non viene indicata in millesimi, bensì in punti decimali. Questo implica che se il valore della coppia USD/JPY è 123,16, una sua variazione pari a 123,17 rappresenterebbe un rialzo di un pipi.
In base alla continua variazione dei pip nei mercati internazionali, i trader che operano con la compra-vendita di valute sul Forex calcolano così i profitti e le perdite dei loro ordini.

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