In un periodo non particolarmente ricco di dati macro economici, c’è comunque modo e tempo di guardare con ottimismo agli ultimi dati provenienti dalla Francia, in cui la produzione industriale francese torna a registrare un recupero decisamente superiore alle attese, con una crescita del 2,2 per cento mese su mese dopo la contrazione di ottobre che è stata contestualmente rivista al rialzo da -0,2 per cento a -0,1 per cento mese su mese.
Solido anche il rimbalzo dell’indice su base annuale che passa da -1,8 per cento di ottobre a +1,8 per cento anno su anno e si colloca così ampiamente al di sopra delle previsioni di -0,2 cento su base annua. In termini di componenti settoriali, la produzione manifatturiera ha registrato l’incremento più robusto a +2,3 per cento su base mensile dopo trasporti ed estrattivo confermando, in linea con le indicazioni già fornite dalle indagini di fiducia, il recupero dell’attività per l’industria nel finale d’anno.
Il dato macro economico, per quanto ben recepito in area euro, non è comunque stato in grado di influenzare il corso valutario e il cross con il dollaro. Pertanto, anche alla luce di ciò, è lecito ribadire come permangono i medesimi temi sulle valute, con il dollaro statunitense che si allontana ulteriormente dai massimi a 14 anni visti la scorsa settimana, quando l’indice della valuta USA contro il basket delle principali monete aveva toccato 103,82, massimo dal 2002. Di rilevanza saranno i prossimi giorni, i primi della nuova epoca Trump, e i loro riflessi iniziali sui mercati finanziari.