Come funziona il part time agevolato per chi è vicino alla pensione

partial-retirement-1155468_960_720Tra le novità introdotte in via sperimentale dalla legge di Stabilità 2016 c’è anche il part time agevolato per tutti coloro che sono vicini alla pensione (ovvero, coloro che hanno meno di 3 anni di distanza dall’atteso momento). Ma in cosa consiste?

Tale opzione rappresenta la possibilità, offerta al datore e al lavoratore del settore privato con contratto a tempo pieno e indeterminato che matura i requisiti per andare in pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018, di modificare l’orario di lavoro svolto.

In altri termini, a tale lavoratore si prospetta la possibilità di stipulare un contratto a tempo parziale in misura oscillante tra il 40% e il 60% dell’orario pieno. A fronte, il lavoratore riceve in busta paga un importo corrispondente ai contributi pensionistici datoriali (23,81%) calcolati sulla parte di retribuzione non più dovuta per effetto del taglio di orario. Tale somma è esente sia da contributi, sia da imposte.

In aggiunta a ciò, per il lavoratore, il periodo in part time vale ai fini pensionistici (anche per la parte non lavorata) in quanto lo Stato copre con contributi figurativi la «retribuzione persa».

In altre parole ancora, il lavoratore che è vicino alla pensione potrà scegliere di effettuare i suoi ultimi anni di lavoro con un tempo parziale che dimezza sostanzialmente l’orario di lavoro originariamente previsto. A fronte di tale scelta, il lavoratore non perderà comunque contributi validi per la pensione, poichè lo Stato procederà a coprire con contributi figurativi la retribuzione persa.

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