L’Agenzia delle Entrate ha fornito qualche utile chiarimento sul “nuovo” regime forfettario. Ma quali sono? E quali sono i vantaggi in termini di semplificazione?
Cominciamo con il ricordare che i contribuenti che applicano il regime forfettario non addebitano l’Iva in fattura, non devono osservare gli obblighi di liquidazione e versamento dell’imposta né gli obblighi contabili e dichiarativi previsti dal dpr n. 633/1972. Non solo: il regime prevede l’esonero dalle comunicazioni dello spesometro e dei dati black list: grandi benefici che potrebbero rendere più agevole la vita dei contribuenti. Inoltre, ai fini delle imposte sui redditi coloro che applicano il regime forfettario sono esclusi dagli studi di settore, non subiscono ritenute d’acconto e sono esonerati dall’applicarle, sono, inoltre, esonerati dall’obbligo di registrazione e tenuta delle scritture contabili.
Stringenti i requisiti per l’accesso. Dal 2015 i contribuenti che hanno i requisiti previsti dalla legge e intendono avviare una piccola impresa o attività professionale, possono accedere direttamente al regime al momento della richiesta di apertura della partita Iva. – I contribuenti che già svolgono un’attività di impresa, arte o professione, accedono al regime forfettario senza dover fare alcuna comunicazione, preventiva o successiva (come la dichiarazione annuale). Se vogliono fruire anche del regime contributivo agevolato, sono però obbligati a inviare la comunicazione telematica all’Inps entro il 28 febbraio di ogni anno.
Infine, ricordava il quotidiano Italia Oggi, la presenza dei requisiti per l’accesso al regime e l’assenza della cause ostative andranno confermate in sede di dichiarazione dei redditi. Quest’anno, in Unico 2016, i contribuenti dovranno barrare i campi 1 e 2 del rigo LM21.