Shell, uno dei gruppi petroliferi più noti del mondo, ha archiviato i risultati del primo trimestre dell’anno con un utile netto rettificato in decisa crescita a 3,75 miliardi di dollari, superando così soprattutto le attese di mercato che si fermavano a quota 3,01 miliardi di dollari. Secondo quanto hanno commentato i principali analisti di mercato, il dato avrebbe beneficiato soprattutto del più elevato prezzo del petrolio, che ha inciso sui risultati della divisione Upstream, a cui si è aggiunto l’importante contributo fornito ancora dal business chimico.
È infatti evidente come nel corso del primo trimestre 2017 il petrolio abbia rinvigorito le quotazioni dei propri barili, in virtù principale dell’effetto benefico derivante dal faticoso rispetto degli accordi OPEC – non OPEC, di cui ora si parla dell’applicabilità futura, fino ad almeno la fine dell’anno.
Tornando ai risultati societari, nel periodo considerato, Shell ha registrato un nuovo incremento dei flussi di cassa derivanti dalle attività operative, saliti a 9,51 miliardi di dollari rispetto ai 661 milioni di dollari che erano stati conseguiti nel corso dell’analogo periodo del precedente esercizio. Tale situazione dovrebbe contribuire a ridurre l’elevata posizione debitoria, sottolineano gli analisti, oltre che ad assicurare la copertura del dividendo nei confronti degli azionisti, che per il primo trimestre dell’anno è stato fissato dalla società in 47 centesimi di dollaro per azione. La leva finanziaria si è così ridotta al 27,2 per cento dal 28 per cento che era stato rilevato con i risultati di fine 2016, con l’obiettivo espresso per il gruppo di ridurla ulteriormente, anche attraverso la cessione di asset non ritenuti strategici.
Vedremo dunque se nel corso del secondo trimestre tali spunti positivi avranno modo di continuare e in che modo la società continuerà a perseguire i propri obiettivi di riferimento.