Come aumentare la visibilità di un brand?

shopperNel mare infinito che è oggi il mercato, pieno di prodotti e servizi che pullulano e cercano di attirare l’attenzione dei media e delle persone, è importante per un brand sapersi distinguere e saperlo fare bene, sia in ambito ‘offline’ che in quello ‘online’. In un piano marketing operativo è fondamentale integrare diversi strumenti di comunicazione al fine di costruire l’immagine di un prodotto o di un servizio e renderla affidabile, riconoscibile agli occhi delle persone.

La persona sceglie l’emozione, la sorpresa, lo stupore, oggi ancora di più, vogliamo essere impressionati da ciò che sa fare la differenza nel messaggio convogliato.

Possiamo ottenere questo risultato puntando alle emozioni oppure ai contenuti, in ogni caso una scelta emozionale permetterà all’azienda, al brand in questione, di costruire un’identità, un biglietto da visita volto a soddisfare il cliente nella volontà di fidelizzarne il rapporto.

In questa ricerca della distinzione, della specificità, è importante rafforzare il proprio brand, al fine di renderlo visibile all’interno di un mercato, visibilmente saturo di comunicazione e di informazioni commerciali. Pensiamo al web, che ormai è pieno di siti e blog che parlano di prodotti, di servizi. L’epoca del web 2.0 ha regalato una comunicazione basata sull’interazione attiva dell’utente grazie ad una comunicazione bilaterale che consente lo scambio continuo e l’indagine dei desideri delle “personas”. I social media, la loro grande diffusione, hanno rappresentato proprio questa evoluzione, nel dare voce alle persone, agli utenti. Questa evoluzione ha portato allo sviluppo del “Brand storytelling”, alla narrazione, ad una storia che deve trascendere dal marketing tradizionale e non limitarsi più unicamente alle caratteristiche intrinseche del prodotto.

Lo storytelling narra il brand: perché le storie nascono con l’uomo, che non può farne a meno sin dai tempi antichi quando si tramandavano i racconti, le memorie, dapprima attraverso le storie orali…

Tutte le aziende hanno una loro storia da raccontare, che passa attraverso una propria identità costruita nelle maglie del tempo, nel tessuto della gente che ne ha preso parte, una storia che si distingue da tutte le altre.

Come fare a raccontarla? Sicuramente partendo da una conoscenza di sé molto approfondita, da una introspezione ed una auto-analisi obiettiva e disincantata, che serve a definire la propria identità, nel tentativo di mettere a fuoco i propri punti di forza e quelli di debolezza; per intercettare i bisogni degli interlocutori e poterli soddisfare offrendo loro prodotti e servizi mirati.

Compresa e assodata la propria identità, bisogna mettersi al passo con i propri competitor, considerando che il mercato è in una continua evoluzione, sempre più frammentato, caratterizzato da un consumo a volte esasperato, come anche dal messaggio ‘iperbolico’ dei media, e da un target fenomenico, che prende il nome di ‘community’, e che richiede una comunicazione bidirezionale con le aziende. Un pubblico di affamati che, soddisfatto il loro desiderio o bisogno, è disposto ad evangelizzare e a farsi portavoce del prodotto o del brand presso tutta la community di nicchia che condivide i loro stessi interessi. L’arma della viralità gioca un ruolo determinante nel processo di conoscenza di un brand. E non riguarda solo la rete, ma anche il marketing tradizionale.

In un contesto frammentato, l’azienda deve sapersi rivolgere in modo adeguato a ciascun pubblico, utilizzando canali diversi e storie diverse, che variano in base all’audience a cui ci si rivolge. La cosa essenziale è imparare a rendere flessibile e versatile la propria identità, mantenendo invariata la propria storia, ma narrandola in forme diverse, mirate, che si adattano alle diverse comunità cui si rivolgono.

Le aziende devono riuscire a creare tante narrazioni diverse all’interno di una narrazione principale, che segua una coerenza ed una continuità nel racconto del brand, che sia coerente, lineare, e che non produca confusione.

Facciamo degli esempi pratici per entrare nel vivo della storytelling.

Sono un’azienda di moda e voglio diffondere il messaggio, per fidelizzare i miei clienti. Inizio avvalendomi di strumenti di marketing tradizionali, creando quindi quel terreno fertile dove far crescere dei frutti in modo spontaneo, senza forzarne la crescita. Come fare? Inizio con una comunicazione ed una promozione che siano abbastanza forti da non far dimenticare facilmente il mio brand. Dopo che i clienti sono stati nel mio negozio, devono uscirne soddisfatti, portando con sé il prodotto (che deve essere di qualità buona altrimenti nessuna comunicazione varrà a farmi emergere) esibendo e ricordando, qualora lo vorranno, “chi sono”, il nome della mia azienda, il logo…e con essi la mia storia, che creerò avvalendomi di altri canali, a seconda del mezzo e della forma comunicativa ad esso associata.

Ad esempio posso realizzare dei sacchetti di carta personalizzati dove mettere il prodotto venduto, così che la mia “presenza” è assicurata dalla quasi certezza che quel sacchetto non verrà gettato, nella prospettiva che ognuno di noi, in casa, ha un cassetto dove riporre le buste, le più carine, che possono tornare utili in un secondo momento.


E questo è l’inizio di una storytelling…

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi