Banca Mediolanum ha annunciato di aver chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 85 milioni di euro, in aumento del 16 per cento rispetto a quanto aveva avuto modo di realizzare nello stesso periodo del 2016. Il fatturato è invece cresciuto del 14,9 per cento anno su anno a 411,9 milioni di euro, suddiviso in commissioni nette, che sono aumentate del 18,3 per cento anno su anno a 351,3 milioni di euro, e margine di interesse, che è invece sceso a 45 milioni di euro dai 61,6 milioni di euro che era riuscita a conseguire nel corso del primo trimestre dell’anno scorso.
Ragionando in termini di volumi, emerge inoltre come il totale delle masse gestite e amministrate si sia attestato a 81 miliardi di euro, e dunque in crescita del 14 per cento da marzo 2016 e del 4 per cento dalla fine dello scorso anno. In termini di solidità patrimoniale, il CET1 si è attestato al 20,1 per cento.
Per quanto attiene i risultati che ora la società intende conseguire nel prossimo futuro a breve termine, l’amministratore delegato Doris ha annunciato che intende puntare a un nuovo record di raccolta netta grazie anche alle interessanti prospettive che si sono aperte con i PIR (Piani Individuali di Risparmio, istituiti dalla legge di bilancio per il 2017), valutato – in tal proposito- che si tratta di piani di investimento su cinque anni.
Secondo i principali analisti, attualmente il titolo azionario di Banca Mediolanum tratta poco al di sotto di quelli che sono i massimi storici e ai valori attuali risulta correttamente valutato sui multipli di settore. Gli obiettivi posti dal piano industriale vengono ritenuti raggiungibili e sostenibili, confermando così un cauto giudizio positivo sulla società.