Perché gli orientali hanno gli occhi a mandorla

È una delle principali caratteristiche estetiche degli orientali: gli occhi a mandorla. Ma perché molte persone in Asia hanno l’epicanto pronunciato, ovvero quella piega di pelle che ricade sulla palpebra superiore e sull’angolo interno dell’occhio e che dà agli occhi orientali la c.d. “plica mongolica”?

Anche se non esiste una spiegazione univoca, la tesi più accreditata è che si leghi a ragioni di natura evolutive e ambientale. Ancora oggi, infatti, l’ipotesi più accreditata è che gli occhi a mandorla siano il frutto di una mutazione genetica che servi a favorire la sopravvivenza delle antiche popolazioni siberiane, dalle quali poi si sarebbe diffusa ad altri territori asiatici. In altri termini, gli occhi a mandorla servono per poter proteggere l’occhio dal vento gelido e dalla luce accecante riflessa dalla neve, tipica di alcune popolazioni orientali.

Ora, proprio perché una simile caratteristica fisica era funzionale all’adattamento a un clima particolarmente rigido, la selezione naturale avrebbe favorito proprio quegli individui che presentavano tale mutazione, “scartando” invece gli altri.

In modo simile, la piega epicantica sviluppata che si riscontra in alcuni popoli africani, come i Boscimani, potrebbe essere a sua volta connessa alla necessità di tutelare gli occhi dall’intensa luce ultravioletta e dalle tempeste di sabbia delle aree desertiche.

È evidente che questa non sia certo l’unica caratteristica estetica di molte popolazioni orientali. In particolare, gli asiatici annoverano spesso capelli lisci e spessi, denti caratteristici e seni femminili piccoli. Un mix di specificità che sembra essere determinata da una mutazione di un gene, chiamato Edar, avvenuta circa 35.000 anni fa nella Cina Centrale. A sostenerlo è in questo caso un recente studio condotto al Broad Institute di Cambridge, un centro di ricerca biomedica e genomica fondato dal MIT e dall’Università di Harvard. In un articolo a cura di Joshua Akey, genetista dell’Università di Washington a Seattle, in particolar modo, si ipotizza che tale variazione del Dna, avvenuta in maniera del tutto casuale, si sarebbe poi estesa a molti asiatici per il meccanismo della selezione sessuale: in altre parole, le persone che potevano vantare quelle specifiche caratteristiche fisiche erano considerate delle altre e, dunque, maggiori possibilità di procreare tramandando i propri geni.

Quanto sopra si collega a un ulteriore quesito: perché alcuni italiani hanno gli occhi a mandorla?

Anche in questo caso, però, la risposta non dovrebbe sfuggire. Probabilmente il riscontro è da ricercarsi nel fatto che nel nostro Dna c’è un po’ di Oriente. A dichiararlo è un team internazionale di studiosi coordinati dalle Università di Harvard e di Tubinga (Germania), a cui in Italia ha partecipato anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha trovato una componente genetica euroasiatica nel Dna degli italiani e di altri popoli europei. Esaminando campioni di Dna antico, e più di 2.400 genomi di persone provenienti da circa 200 popolazioni europee, gli studiosi hanno infatti determinato che circa 24.000 anni fa vi fu un’ondata migratoria proveniente dall’Europa Settentrionale e dalla Siberia, che ha impattato anche sul nostro Dna…

 

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